Beatrice Ciatta
Processi in-decisionali.
Aggiornamento: 24 mag 2020
Ascoltarsi. Esplorare. Autorizzarsi a desiderare. Scegliere. Confondersi. Ripensare. Avere paura. Intuire. Fidarsi. Decidere. Mantenere la decisione.
Qualche giorno fa ho compilato il modulto di preiscrizione per un Master. Un passo importante perchè davanti a una scelta spesso funziono cosi...
Zerocalcare "La scelta"
https://www.facebook.com/watch/?v=200725291197718
In 24 h sono entrata e uscita e ripassata da tutte queste fasi.
Fase “braveheart”, ovvero finalmente sono pronta a verificare questa possibilità a cui penso da due anni, sono pronta a dare una svolta alla mia vita professionale in questo paese. Il mio lavoro mi piace, ma io sono una di quelle persone che per sentirsi autorizzata deve studiare e non è mai abbastanza. Poi visto che predico bene, consigliando ai miei compagni di migrazione di frequentare un corso formativo professionalizzante in loco, ho deciso di razzolare bene. Entusiasta di aver premuto invio, ho iniziato a vedermi discutere la tesi su Montessori nelle scuole speciali.
Vi rendete conto? Mi vedevo percorrere la strada percorsa dalla dottoressa Montessori all’inverso.
Consentitemi una rapida escursione storica.
L’esperienza pedagogica di Montessori nasce con con i bambini ineducabili ricoverati in manicomio. In quegli anni Montessori ebbe una grande intuizione, comprese che qui metodi non erano solo un tentativo per aiutare i fanciulli “idioti” ma contenevano principi di educazione piu razionale di quelli in uso e che se fossero stati applicati ai fanciulli normali questi avrebbero sviluppato la loro personalità in un modo soprendente.
Maria Montessori "a scoperta del bambino"
In questa fase di coraggio, presto nutrita da una bella dose di adrenalina mi sono vista portare il metodo montessori, che qui prospera nelle scuole private, nella scuola pubblica, nelle classi EK, nelle scuole speciali (in Svizzera il sistema scolastico differisce molto da quello italiano per quanto riguarda le politiche integrative).
http://www.edk.ch/dyn/11616.php
Fase adrenalinica: che emozione!! ho ricevuto l’elenco della documentazione da inviare (che ricevono tutti in automatico) era la dodicesima ora e devo dire che mi sono goduta le successive 12 (anche se per 7 ho dormito) ma al mattino dopo sono entrata nella...
Fase Oh madre cosa ho fatto? ma perchè non mi accontento? perchè cappero ho voglia di imparare cose nuove?? come faro' a reggere (= capire) 8 ore di lezione in tedesco (svizzerotedesco)? mio figlio si sentirà abbandonato? e ora che ci penso non potro’ fare i miei vitali 45 minuti di ginnastica quotidiani (ho iniziato 4 giorni fa) che mi faranno arrivare ai 50 flessibile e forte, non avro’ tempo per la casa e i miei progetti. Vogliono sul serio la documentazione per capire se ammettermi. Ammettere chi??? ma chi vi ha chiesto niente? Ecco a questo punto ho capito che erano entrate in gioco paure, dinamiche care proprio nel senso che mi costano ogni volta qualcosa e pensieri sabotatori. Il tempo richiesto per la frequentazione, per lo studio, per gli spostamenti si è trasformato in tempo RUBATO a mio figlio, alla casa, al lavoro, A ME insomma altro che arricchimento, un furto!!!

Quando faccio cosi, so che devo fare un po’ di pulizia.
Ed eccomi qui a rispolverare appunti, riesumare libri pieni di post it.
Forse avrei dovuto farlo prima perchè mi conosco e so che quasi ogni scelta che faccio comporta, incertezze, cuore pesante e ripensamenti, stress e perdita di tempo.
A volte si deve iniziare col fare spazio ai desideri, sentire quelli che davvero risuonano e lasciare andare quelli che non interessano piu' o che distraggono o che servono all'immagine che vogliamo gli altri abbiano di noi.
Come? Una specie di metodo Kondo per desideri, bisogna metterseli vicini al cuore e alla mente, annusarli, osservarli e capire quali sono quelli che ci emozionano, ci sono utili, ci calzano. E dormici su.
Una volta capito quale desiderio vogliamo realizzare o talento nutrire è provvidenziale capire cosa ci aiuta a mantenere la scelta fatta, a starci comode e a perseguire l'obiettivo.
Imparare a rimanere in connessione con il nostro intuito ci aiuterà a far durare meno il travaglio decisionale e questo ridurrà i costi emotivi, monetari, temporali e forse la crescita di nuovi capelli grigi.
Alcuni di noi trovano il loro modo nella meditazione, nello yoga, altri nell’arte, nella psicoterapia, nelle letture, nello sport, nella natura o in una combinazione di cose. Io ho bisogno, ad esempio, di una fase iniziale fatta di parole, ho bisogno di poter dire ad alta voce, verbalizzare le domande, i dubbi, le paure, analizzare pro e contro, scandagliare... Bisogna trovare il proprio modo di guardarsi dentro e fare chiarezza. La quarantena non aiuta, ve lo dico, un sacco di tempo per pensare e nessuna amica/o da incotrare, si si puo' telefonare ma vi ricordate che a casa ci sono anche figli e coniugi?il tempo, in questi tempi strani abbonda e scarseggia amici.
Cosi ho deciso di scrivere, forse nessuno leggerà mai, ma vi ringrazio amici immaginari e forse inesistenti, grazie mi sto rasserenando. La scrittura è una forma di terapia si sa.
Non so come andrà a finire, ho ancora diverse ore di travaglio davanti a me, ma qualcosa verrà fuori, l'importante è che la decisione mi faccia sentire a posto con me stessa non in colpa, non fallita.
Arrivare a riuscire a calarsi dentro la propria pancia a sentire cosa ci dice l'intuito e ad avere il coraggio di fidarsi non significherà non sbagliare, l’errore è amico e non solo dei bambini montessoriani. L’errore senza giudizio è un amichevole maestro di vita.
Significherà che la maggior parte delle volte prenderemo decisioni che siamo in grado di portare avanti con soddisfazione e le volte no, riusciremo ad assolverci senza dover ripercorrere tutte le cornici del Purgatorio.
Non significa nemmeno che non tentenneremo piu, che non avremo piu paura, queste sono promesse da marinaio. Menti illustri ci hanno piu volte detto che solo gli stupidi non hanno dubbi e che la paura è una emozione fondamentale per la nostra sopravvivenza e se impariamo a guardarla ci racconta qualcosa di noi.
Significa diventare piu consapevoli di cosa vogliamo e possiamo, di cosa non possiamo o non vogliamo, significa dare rispetto alle nostre emozioni, pensieri e desideri, alla nostra persona, significa acquisire serenità e accrescere l’autostima e non in ultimo avere relazioni piu' soddisfcenti e distese.
Ps: una amica mi ha detto quando hai paura, fai! Forse farò, perchè ci sono strade che percorriamo fino alla fine e ci sono strade che percorriamo per qualche centinaio di metri e poi torniamo indietro, perchè capiamo che non si tratta della direzione giusta ed è sempre meglio che tornare a casa immaginando quali fantastici panorami ci avrebbe riservato quella strada se avessimo avuto il corraggio di percorrerla.
Potete scrivermi dei vostri travagli, fare domande, condividere le vostre strategie, sarò felice di leggervi e di rispondervi.
laborbeatriceciatta@gmail.com